Turismo
Uta non è solo maratonina. Il paese ed i suoi dintorni offrono tantissime risorse da scoprire.
Dal sito istituzionale del Comune di Uta riportiamo alcune interessanti notizie per conoscere meglio il territorio, sede di svolgimento della manifestazione, e gli usi ed i costumi della sua popolazione.
Il territorio
Il Comune di Uta è situato nella Pianura del Campidano di Cagliari, tra il Fiume Cixerri ed il Fiume Mannu, e si estende per una superficie di circa 134 km². Al paese si accede - da nord – attraverso la Strada Statale 130 e - da sud – attraverso la Strada Provinciale “Pedemontana”. La vicinanza con Cagliari (circa 23 km) ha favorito, nel corso degli ultimi anni, un considerevole sviluppo dal punto di vista edilizio, con il conseguente aumento del numero degli abitanti (attualmente si contano circa 7830 residenti).
L'ambiente
Il territorio di Uta si caratterizza per la presenza di svariate aree di notevole interesse ambientale, paesaggistico e naturalistico, soprattutto nella zona di Monte Arcosu, che ospita l’Oasi del WWF, Monte Lattias, etc, ed in quella di Gutturu Mannu. In particolare, l’Oasi WWF consente di apprezzare numerosi “percorsi natura”, che possono essere visitati per ammirare le varietà di flora e fauna, nonchè gli splendidi paesaggi. Molto nota e di suggestiva bellezza è anche la cascata de Sa Spindula.
La vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea in prevalenza cisto (murdegu), lentischio (moddizzi) e mirto, mentre nelle zone montuose si trovano incantevoli foreste di leccio e di sughere. Nelle zone più declivi si trovano inoltre boschi di carrubi.
La fauna selvatica è costituita prevalentemente da cervi, cinghiali e daini, ma si possono trovare anche il gatto selvatico, la volpe, l’aquila, nonchè diverse varietà di rettili ed anfibi, come il geotritone sardo.
A nord-ovest del territorio sorge l’imponente Diga di Genna is Abis, sul Fiume Cixerri, che ha creato un grande invaso artificiale con una notevole riserva idrica.
Storia ed archeologia
Numerosi siti archeologici dimostrano una frequentazione del territorio fin dalle epoche più remote. Vari rinvenimenti di materiale lapideo riconducibile a strumenti, frammenti di ceramica, ossidiana, hanno permesso di datare le diverse epoche storiche. Molto interessante è il sito prenuragico de Su Niu de Su Pilloni (tardo Neolitico), in cui è possibile vedere i resti di strutture in blocchi di pietra, disposte in modo circolare, probabilmente riconducibili a capanne, oltre ai resti di una imponente cinta muraria a difesa del complesso posto sulla sommità di alcune colline rocciose dai fianchi piuttosto scoscesi. Sono stati anche trovati, orami divelti, anche diversi menhir. Risalenti all’età del bronzo sono le numerose strutture nuragiche, alcune ben conservate, presenti nella località denominata Su Planu de Monti Arrexi e s’Inziru. Altri resti appena visibili sono sparsi nelle campagne.
Nel territorio comunale, nel 1849, furono rinvenuti diversi bronzetti nuragici, ora custoditi nel museo archeologico di Cagliari, tra cui il famoso Capo Tribù alto oltre trenta centimetri.
Le attestazioni di una frequentazione del territorio nel corso dell’età romana, seppur numerose, non trovano conforto nella presenza di strutture evidenti. In più aree si rivengono, infatti, frammenti ceramici, materiale da costruzione laterizi e tegulae, ma in nessun caso essi risultano in associazione ad elementi strutturali. Le notizie più interessanti di ritrovamenti effettuati in località “Tanca de Porceddu,” custodite nell’archivio della soprintendenza, suggeriscono l’esistenza di una probabile struttura termale.
L’età del basso medioevo è documentata dalla presenza dei ruderi di numerose chiese dedicate a Santa Maria Magramixi, San Tommaso, Sant’Ambrogio, San Leone.
La Chiesa di Santa Maria, situata nell’immediata campagna a sud del paese, è uno di più belli e meglio conservati esempi di architettura romanica in Sardegna. Esternamente è realizzata in conci di pietra calcarea ben squadrati e tenuti insieme con pochissima malta secondo la tradizione antica.All’interno del recinto della chiesa è presente un pozzo profondo rivestito internamente con pietre squadrate.
Tradizioni
Nel passato le attività prevalentemente esercitate erano l’agricoltura e la pastorizia oltre che la caccia ed il taglio della legna. Le donne erano mastre nella tessitura. Fino alla metà dell’800 erano presenti una cinquantina di telai. Anche la pesca nei fiumi limitrofi costituiva una fonte di reddito. I prodotti venivano venduti nel mercato di Cagliari ed il loro trasporto veniva effettuato su carri trainati da cavalli. L’allevamento delle capre era praticato nelle zone di montagna, per cui i pastori rimanevano anche più di un mese fuori casa, soggiornando nelle tradizionali capanne chiamate “sa pinnetta”. Molto praticata da “is pillonadoris”, prima che diventasse illegale, era l’uccellaggione, ossia la cattura di tordi e merli (pilloni de taccula) con lacci fatti di crine di coda di cavallo. Gli uccelli venivano spennati dalle donne e bolliti nell’acqua salata e poi aromatizzati con foglie di mirto.
Diffusa e proficua era la coltivazione del grano. La farina veniva ottenuta con le macine in pietra (sa moba) azionate da un asinello . La farina e la semola veniva poi separata dalla crusca con il setaccio e utilizzata per la panificazione nel tradizionale forno, a legna che era presente in quasi tutte le abitazioni., per la produzione de su marizzosu o civraxiu (a base di farina) e su coccoi (a base di semola)
Le lavorazioni dei terreni erano eseguite con aratri ed altri attrezzi trainati da cavalli o da gioghi di tori di un’antica razza, la cui forza era conosciuta in tutto il circondario.
Il costume tradizionale si quello indossato dagli uomini che quello indossato dalle donne era quello simile a quello degli altri paesi del Campidano, salvo qualche eccezione cromatica e di tessuto.
Agricoltura e zootecnia
Originariamente comune a vocazione prettamente agricola, Uta ha comunque nel tempo conservato tale attività variando le colture e le tecniche di lavorazione. Si è passati conseguentemente ad un’ agricoltura di tipo intensivo, soprattutto con coltivazioni nelle serre, in cui il pomodoro risulta essere uno dei prodotti principali, assieme ad altri ortaggi. Particolare importanza, nella coltivazione a campo aperto, riveste la produzione del carciofo spinoso.
Operano inoltre alcune aziende vivaistiche e specializzate nella floricoltura e centri di allevamento fauna per ripopolamento.
Per quanto riguarda il settore zootecnico, sono presenti nel territorio numerose aziende per l’allevamento di ovini e diversi allevamenti di bovini e suini e per la produzione di miele.
Sono inoltre presenti nel territorio alcuni agriturismo e maneggi per cavalli.
Enogastronomia
La cucina tipica tradizionale è costituita dai malloreddus alla campidanese con sugo di pomodoro e salsiccia, dalla fregola cucinata in brodo di carne, dai minestroni a base di legumi e ortaggi. Is cruxionis sono invece degli involti di pasta ripieni di ricotta, aromatizzati con zafferano, bollitti e conditi con sugo di pomodoro. Sa panada è invece un piatto unico costituito da un involto di pasta con olio , ripiena di patate e carne o anguille, condita con pomodori secchi, prezzemolo e aglio e cotta nel forno a legna. Nelle ricorrenze civile o religiose venivano cucinati gli arrosti di agnello, le interiora di agnello arrosto (sa tratabia) o maialetto. I pesci venivano consumati arrosto, soprattutto muggini (sa lissa) e anguille.
Diverse sono le varietà dei dolci tradizionali: amarettus e bucconettus a base di pasta di mandorle e zucchero, is pardulas a base di formaggio o ricotta, su pani de saba, is piricchittus, is pistoccus etc.
I vini da pasto erano di produzione locale, la monica per quanto riguarda il vino nero e il nuragus per quello bianco. I vini da dessert erano la vernaccia, la malvasia ed il moscato. La bevanda super alcolica per eccellenza era s’acquardenti o fil’e ferru, ossia la grappa ottenuta dalla distillazione domestica della vinaccia, vino o fece.
Quando ancora non esistevano gli attuali bar gli uomini si riunivano nelle buttegas de binu, dove venivano venduti vino, birra e consumate le fave lesse.
Attività produttive
Nel comune sono presenti numerose imprese operanti nel settore artigianale, commerciale, industriale e del terziario.
Il Comune di Uta fa parte del Consorzio Provinciale Industriale di Cagliari (CACIP – ex Casic) con un ampia porzione di territori dove risultano operanti diverse fabbriche.
In prossimità del paese è ubicata la Zona Artigianale nelle cui adiacenze è in fase di ultimazione il Piano per Insediamenti Produttivi (PIP) destinato ad accogliere ulteriori imprese che si spera diano una buona ricaduta in termini di occupazione.
Il mercatino dei venditori ambulanti si svolge ogni martedì nella Via R. Fresia, adiacente il parco comunale attorno al palazzo civico.
A partire dal 2010, il 18 dicembre nel parco di Piazza S’Olivariu, attorno al Municipio, si svolge La Fiera delle Attività Produttive del Territorio, che vede la presenza di espositori e venditori di prodotti sardi dell’agricoltura, dell’artigianato e del campo artistico.
Per ulteriori approfondimenti visitate il sito della Pro Loco di Uta